Ombre brevi (in ricordo di Giovanni Barbi) 3

Arezzo Carpi Grecia, 2000-2002
Stampe fotografiche e cybachrome da diapositive

Le nostre ombre sono brevi, Giovanni, durano troppo poco nel crepuscolo. Siamo fragili, e le nostre ombre sono ancora più evanescenti. Ricordi? Ne parlavamo a volte. Io ti dicevo che dovremmo andare per mare e inseguire il Sole mentre la Terra gira, come esploratori d’altri tempi, per stancare le ombre che ci inseguono, fino a farle sprofondare negli abissi di cobalto di Santorini o Creta. Tu rispondevi che bastava fermarsi sulle banchine dei porti o sulla riva del mare, nelle spiagge dove le onde arrivano lunghe e pigre, riluttanti, come se non volessero lasciarsi assorbire dalla sabbia. E camminando lungo quei confini immaginare i viaggi che non avremmo mai fatto: dove cominciano gli oceani, dicevi, le ombre di allungano, si stancano di seguire i nostri passi. Avevamo torto entrambi.

3 thoughts on “Ombre brevi (in ricordo di Giovanni Barbi)

  1. Paola Oct 16,2009 5:46 pm

    Cara Letizia,
    le stesse ombre inseguono anche me, non mi travolgono però, al contrario sono una forte stupenda presenza. Ho trovato anche io per caso in rete questo blog che parla di Giovanni, mi era venuto il desiderio di rivedere quelle foto della lista +o-30, che però è sparita dalla rete. Proprio soltanto grazie ai contatti di quella lista ero venuta a sapere di Giovanni. In quella lista avevo inviato alcune righe di reazione alla notizia, sparite anch’esse, quindi le incollo sotto. Si riferisce ad uno dei miei ricordi di Giovanni più importanti per me. Un giorno inizio anni ottanta, lui era accanto alla mia piccola libreria ed estraendo il gioco delle perle di vetro di Hesse mi rivolse una domanda con quel suo sguardo critico inquisitorio che ti faceva sentire incerto: La mia risposta fu che no, non lo sapevo, cercavo di intuire che cosa volesse dire, ma non ci arrivavo. . Quello fu l’inizio di un lungo percorso, e solo dopo molti anni, mi sono resa conto di quanto la stima e ammirazione che avevo per lui mi condizionarono. Non posso dimenticarmi del Korbo.

    Un saluto Paola
    _______

    Un pensiero per un amico.

    “Poiche’ quest’arte trascende tutta la sottigliezza umana e la perspicuita’
    del talento mortale ed e’ davvero un dono celestiale e una prova molto
    chiara della capacita’ delle menti degli uomini, chiunque si applichera’ ad
    essa credera’ che non ci sia niente che non possa capire”
    (G. Cardano, Ars Magna).

    Un pensiero per il mio amico Korbo, la cui meravigliosa certezza che
    ‘il giuoco delle perle di vetro’ fosse ‘la Logica’ mi contagio’ allora
    irrimediabilmente. Un forte abbraccio amico mio, ovunque tu sia.

    Paola

  2. mrxibis Mar 24,2009 9:12 am

    Questo breve racconto è anche il commento a una delle prime composizioni fotografiche in cui ho sperimentato la sovrapposizione tra immagini digitali e fotografie classiche, recuperando nella memoria alcuni scatti fatti a Carpi. La composizione resta una delle cose più care che ho…

  3. letizia Mar 23,2009 10:38 pm

    Caro Mario,
    che piacere leggere i tuoi pensieri qui, stasera, per caso.
    Dopo molto tempo, oggi, tornando a casa, ho provato il desiderio selvaggio di cercare in internet qualcosa che mi parlasse ancora di Giovanni… e ho trovato te.
    Le ombre che racconti e di cui parlavate mi inseguono senza sosta. Così cerco di fuggirle, ma solo quando mi stanco di correre e lascio che mi travolgano, solo allora mi sento in pace e torno ad abbracciare tutta la mia vita.
    Mi hai fatto un grande regalo, ti ringrazio.
    Con affetto, Letizia

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