Ligheia

Arezzo Milano Senigallia Creta Samo, 1998-2003
Stampe fotografiche, cybachrome da diapositive, stampe da elaborazioni digitali e stampe laser su carta o acetato da immagini digitali

Quei due ragazzi si erano messi in testa di fare un film, pur non avendone i mezzi né conoscendo il mestiere. Come soggetto avevano scelto un racconto di Tomasi di Lampedusa, che parlava di una sirena, o forse una ninfa. Ligheia. Avevano lavorato alla sceneggiatura, discutendone animatamente nelle lunghe serate di un inverno passato nelle osterie della città vecchia. La struttura del film prendeva forma lentamente. Di tanto in tanto riuscirono anche a tratteggiare qualche buona idea per la regia, a immaginare qualche scena e qualche inquadratura. Ma c’era un nodo che non sapevano come sciogliere, il personaggio femminile: che caratteristiche avrebbe dovuto avere? Era una donna reale trasfigurata dal protagonista, idealizzata, o una dea, un fantasma a cui l’amore del protagonista avrebbe dato forma, corpo e spessore? I mesi passarono. Non riuscirono mai a sciogliere l’enigma di Ligheia. La loro stessa amicizia si deteriorò in inutili discussioni in cui ciascuno dei due continuò a sostenere la stessa posizione iniziale, senza mai accettare altre ipotesi o compromessi di sorta. E se Ligheia avesse voluto solamente sentirsi libera di scegliere? Quale dei due avrebbe preferito? Quale sorte? E come sarebbero andate realmente le cose?

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