A Milano in stato di grazia: una luce insolita, una sfida per gli occhi, alla ricerca di percezioni metropolitane, segni, presenze, assenze. Mi piace Milano, anche se rende la solitudine insopportabile, profonda come un abisso senza demoni.
Di corsa sul Garda per un convegno: molta inquietudine, lo sguardo nella solitudine della notte e alla ricerca di angoli, dettagli di interni, rappresentazioni dell’anima…
Un giro a Mantova per una mostra a Palazzo Te. Un luogo che ancora devo comprendere, perché da allora ho ripercorso tutti i miei viaggi, ma non ancora questo… e non me ne spiego la ragione.
Uno dei tanti viaggi a Venezia, alla ricerca, come sempre, delle stesse immagini (la prima gondola che passa sotto Rialto, un ricordo di una delle prime fotografie che ho scattato), e di quel milionesimo di diversità che la rende unica. La luce quel giorno era splendida.
Il primo impatto con una città che col tempo mi sarebbe diventata familiare e molto cara. Non so chi incontrai per strada, ma ero assorto e forse non avrei potuto accorgermene…
Un viaggio difficile, sospeso tra un impegno e il ricordo di un amico scomparso: per la prima volta ho puntato l’obiettivo sulle ombre, sulle pavimentazioni, su ciò che vive morendo…
Per lavoro a Bolzano: la città è sempre bella ma quella volta mi sono soprattutto divertito, anche se il freddo era insopportabile. Ricordo soprattutto i colori, l’aria di festa…