Acqua verticale

In memoria di Fabrizio Pecori, scomparso nel 2011, stanno per essere ultimati i lavori di scavo di un pozzo nella regione del Tigray, in Etiopia: il pozzo asseconderà la sua volontà di aiuto a quelle povere popolazioni assetate, specialmente i bambini. A tutti gli amici di Fabrizio è stato chiesto di scrivere o disegnare qualcosa per farne una raccolta, un collage. Questo è il mio piccolo contributo…

acqua che scorre

Acqua eravamo, non polvere. E acqua torneremo a essere. Acqua inafferrabile, che sfugge alle trame dello spazio e del tempo perché è sempre la stessa acqua ma non è mai la stessa acqua. Acqua che ci ostiniamo a pensare come a un piano orizzontale per riuscire a comprenderla nel nostro limite. Dimenticando che è fatta di elementi che cadono e risalgono. Acqua sono le danze delle fontane, gli arcobaleni delle cascate, le piogge verticali. Tracce, segni di un discorso ininterrotto che si innalza nel cielo come torri intraviste da un’altezza che rende tutto simile a lacrime che si disperdono. Che si appropriano delle nuvole, come gocce di sangue in un cuore di vetro. O che scavano in profondità, si insinuano nella terra arida per riemergere in superficie, dove la vita sembra svolgersi ma non potrebbe neanche esistere senza quei fiumi profondi dove ogni popolo getta i simboli delle proprie speranze. Acqua sono i ricordi che si sciolgono negli specchi convessi in cui lasciamo libere le sfaccettature della nostra fortuna. E in cui ogni notte si risveglia la sete della Luna.

 

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