Stanze di immagini

Dal 16 dicembre 2006
Alla Libreria Universitaria “Leggere”
Viale Cittadini 21 – Arezzo
Mario Rotta presenta

AMONET
Stanze di immagini

Amonet è una parola priva di senso, una di quelle parole che a volte risuonano nella mente, senza che si sappia il perché, ma insistenti come il ritornello di una canzone che in fondo non ci piace ma non possiamo fare a meno di canticchiare. Poi, a poco a poco, si comincia a giocare con quella parola inesistente, e se ne scoprono le ragioni, o quanto meno le possibilità. Può diventare A Monet, un omaggio alle ninfee e ai colori che mi ispirano spesso. Può suonare come Amo Net, amo la rete, ed è vero: è il mio mestiere, una parte della mia vita è fatta di Bit. Perché no? Poi comincia a somigliare a un acronimo, o a un acrostico a piacere, o al punto di partenza di una sequenza di anagrammi compiaciuti: né t’amo, moneta, né temo o menta, ma note a monte. E alla fine diventa solo un suono, puro quanto basta per evocare, impuro quanto basta per confondere e incuriosire…

Lo stesso accade con le immagini: sono senza senso, finché non si comincia a farle a pezzi e a ricomporle, lasciando che giochino l’una con l’altra. E così vorrei che fosse anche questa volta, per chi attraverserà queste stanze.

La prima è la stanza del tempo: le immagini si potranno sfogliare e leggere insieme ai libri, vecchie ricerche, come il Teatro della Memoria, e una composizione inedita, anche se di oltre un anno fa. Cosa sarebbero le immagini senza il tempo? Il tempo che restituisce loro il signnificato che spesso si perde nello scatto, o permette di trovarne altri. Il tempo che le rende visibili, o le nasconde con la sua patina di polvere.

La seconda è la stanza degli elementi: sarà un’occasione per sedersi di nuovo attorno alla scacchiera degli angeli e dei demoni e sprofondare nelle secche dei torrenti, nel fragile vento che sfiora i prati o nella lava dei vulcani, prima di essere accompagnati da vecchi racconti e dalle prime foglie cadute sulla terra verso l’ultima stanza.

La terza è la stanza di Ofelia, o stanza dei riflessi: ritratti d’aria e di luce annegati nell’acqua, circondati da forme che cercano di andare oltre la fotografia per diventare emozioni, o solamente immagini: riflessi di fiumi profondi e mari aperti, relitti di fuoco, colonne di foglie resuscitate dalla terra, ombre, trasparenze, echi di anime che stanno ancora urlando o finalmente respirano perché hanno trovato un po’ di pace.

Ci troviamo in libreria sabato 16 dicembre 2006 alle 18,30.
Siete tutti invitati…

Link al catalogo

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