Blowing

Anche Antonioni non c’è più. E questa volta non riesco a distillare le parole. Sono troppe, e allo stesso tempo troppo poche. E forse sono inutili. Dovrebbero bastare le immagini: immagini catturate dalla pienezza della mente nell’apparente vuoto dello spazio, immagini che sembrano nascondersi nel silenzio mentre racchiudono urla, immagini che svaniscono a poco a poco ogni volta che riaffiorano. Non una parola Michelangelo, non una parola: solo l’ombra di un graffito che urla “amate fino alla morte” ritrovata come una testimonianza involontaria nella nebbia di Ferrara, in un giorno d’inverno dedicato alla memoria e all’illusione, ai simboli e all’eternità, ai demoni della coscienza e agli angeli che chi ama porta dentro di sé. Non posso dire di più di ciò che ho detto, non posso fare di più di ciò che ho già fatto: dopo quel giorno di lacrime e amore soltanto il deserto potrà dare un significato alle ombre che abbiamo lasciato nelle stesse strade in cui camminava e alla luce che abbiamo ingoiato nell’amarezza di un’alba senza sole e racchiuso nella camera oscura dell’anima, quando vorrebbe volare via e non può, quando vorrebbe combattere perfino con la leggerezza, per essere finalmente unica. Sarà in quel deserto che finalmente il mondo si rivelerà in ogni granello di sabbia…

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