Valdorcia 2004

Era il giorno di Pasqua: tutto finiva, tutto cominciava. L’ho passato in giro per la Valdorcia con le mie macchine fotografiche, e ho vagato con lo sguardo cercando un motivo di ispirazione. Poi, all’improvviso, ho capito che per poter guardare di nuovo il paesaggio toscano dovevo abbassare gli occhi, vedere l’erba dalla parte delle radici. Stavo morendo, dovevo accettarlo. Così l’ho fatto, gettando le macchine nei prati, all’altezza dei fiori e della terra, lasciando il cielo lassù, impassibile. E alla fine sono riuscito a rialzarmi e riscoprire come se li vedessi per la prima volta quei luoghi che amo così tanto e che conosco così bene: erano semplici e puri, un mare d’erba, un cielo di terra umida, un fuoco d’aria, un fiore sul ciglio del campo…

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