Qualche domanda e qualche semplice idea per ricordarsi che la città è prima di tutto di chi ci abita…

Lettera aperta al sindaco di Arezzo, al vice sindaco di Arezzo e a tutti i cittadini, in particolare ai residenti nel Centro Storico di Arezzo

Abbiamo pensato spesso di scrivere una lettera aperta su una questione mai risolta e spesso neanche affrontata in questa città: i parcheggi per i residenti nel centro storico. Il motivo che ci ha infine spinto a farlo è legato in parte ad una questione personale, che tuttavia rappresenta un esempio calzante. Noi siamo residenti nel centro storico (ZTL B). Di solito cerchiamo di parcheggiare al Cadorna, in area riservata; un permesso che si paga, peraltro. Se il Cadorna è pieno, come capita spesso, cerchiamo delle alternative, per quanto più scomode. Ma a volte capita di tornare più tardi del solito e di trovare solo qualche posto per così dire non convenzionale. Così è stato qualche settimana fa: dopo aver girato a vuoto per un po’ abbiamo lasciato la macchina sui posti per i motorini, all’ingresso dell’area riservata del Cadorna, ripromettendoci di spostarla il giorno dopo. Ma il giorno dopo abbiamo trovato una multa. Nulla da dire in proposito: eravamo in divieto di sosta, l’abbiamo già pagata. Anche se due giorni dopo, come per miracolo, gli stessi posti erano stati ridisegnati per le auto. Uno scherzo, forse; ma per nulla divertente… così come non è stato affatto divertente leggere in questi giorni che il vice sindaco si vanta del fatto che i posti auto per i residenti, al Cadorna, passeranno addirittura da 37 a 50, con un aumento di ben 13 unità! In effetti, è quasi il 30% in più. Se non fosse per il non trascurabile dettaglio che si parte da quasi niente…

Ecco perché questo nostro frammento di vita da residenti in centro (che si aggiunge ai moltissimi altri che tutti i residenti in una ZTL potrebbero raccontare) diventa un pretesto, un’occasione per fare il punto sulle politiche dell’amministrazione rispetto a queste problematiche, che vanno ben oltre gli episodi ed esprimono una concezione della città che nella migliore delle ipotesi potrebbe essere definita approssimativa. Prima di tutto, ci sono domande che ci piacerebbe porre, anche se sono state già poste direttamente o indirettamente in passato, senza tuttavia che da più parti siano state date risposte soddisfacenti. Ci sono domande più “tecniche”: perché considerando che metà del parcheggio Cadorna riservato ai residenti è chiusa per lavori non sono state date ai residenti delle alternative rispetto ai posti mancanti? Perché in centro storico i posti macchina riservati ai residenti diminuiscono costantemente mentre aumentano le aree per i ciclomotori, i carico e scarico commerciali o altre destinazioni? Perché ci sono così pochi posti a fronte di così tanti permessi? Perché la ZTL A ha i varchi aperti solo in certe fasce orarie (sostanzialmente inutili) mentre l’accesso alla ZTL B per il carico e scarico è limitato a fasce che non corrispondono ad alcuna esigenza pratica effettiva?

Ma a queste domande se ne aggiungono altre, meno tecniche, più legate all’idea, al concetto di città che anche i parcheggi contribuiscono a delineare. Perché ci sono parcheggi che potrebbero rappresentare una buona soluzione per i residenti (ad esempio Piazza del Popolo) e che sono invece destinati praticamente solo ai turisti? Perché ci sono parcheggi costantemente completi e altri (tipo Baldaccio o Mecenate) quasi sempre mezzi vuoti? Perché proprio in centro, la sera, all’ora dell’aperitivo, proprio quando la città dovrebbe essere dei pedoni, delle biciclette, dei bambini, centinaia di auto e moto scorrazzano e parcheggiano senza più regole? Ci viene il ragionevole dubbio che si tratti di una strategia per mandare via i residenti dal centro storico, come se rappresentassero un fastidio per quel poco di turismo che c’è e per le attività commerciali. E in effetti ci risulta che il centro storico stia perdendo costantemente “abitanti”. Ma se così fosse non sarebbe solo una strategia discutibile. Sarebbe una catastrofe: perché tutti gli studi urbanistici più seri e tutti i dati che possono essere ricavati da scenari di questo tipo, concordano sul fatto che sono proprio i residenti che mantengono viva la città e i centri storici, mentre un centro storico musealizzato o trasformato in centro commerciale è destinato a diventare ben presto un’area depressa. Perché quando si spengono le luci dei bar, dei ristoranti e dei negozi, sono gli abitanti che garantiscono con la loro presenza la vitalità del tessuto urbano. Sono gli abitanti che ogni giorno garantiscono agli esercizi commerciali un flusso regolare di entrate. Sono gli abitanti che portano gli amici  a vedere i musei, a scoprire i monumenti e a cena nei ristoranti. Sono gli abitanti che mantengono le facciate delle case e dei palazzi e rendono bella la città. Chiedendo in cambio solo un po’ di attenzione ai servizi essenziali: i parcheggi prima di tutto, la possibilità di scaricare la spesa, di caricare e scaricare delle valigie o, per chi ha figli piccoli, carrozzine e passeggini. Gli stessi abitanti che pongono delle domande precise e non ottengono risposte adeguate.

Così arriviamo ad un’altra domanda: cosa volete che diventi Arezzo? Sapete cosa sta succedendo a Venezia? Possiamo raccontarvelo se volete, noi ci siamo sposati a Venezia, la conosciamo bene e la amiamo molto: ma a Venezia non ci sono quasi più abitanti, e lì non è neanche un problema di parcheggi. Un problema che qui ad Arezzo, volendo, sarebbe facile affrontare e risolvere: ad esempio restituendo ai residenti Piazza del Popolo, indirizzando i non residenti verso Baldaccio o Mecenate e risistemando il Cadorna, su cui ricordiamo una riunione aperta alla cittadinanza dove, come spesso accade in questa città, si dissero molte belle cose che poi nessuno fece. Poi bisognerebbe riorganizzare Eden, Pietri e tutta la cerchia delle mura: niente di così complicato come salvare Venezia. Ma potrebbe bastare a invertire la tendenza, a rendere più agevole la vita di chi abita in centro, a far tornare le persone ad abitare in centro; il che, peraltro, ridurrebbe indirettamente il traffico e l’inquinamento, alimenterebbe ulteriormente il commercio, renderebbe la nostra città ancora più bella. Ecco, questa sarebbe già una specie di politica…

Ci dispiace moltissimo constatare, invece, che anche questa amministrazione, come altre che l’hanno preceduta, continua a non fare nulla in proposito o addirittura ad assecondare l’idea di una centro storico in cui gli abitanti sono ritenuti superflui. Salvo ricordarsene poco prima delle elezioni. O quando sarà troppo tardi.

Mario e Daniela

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