Estate

Sarà perché è estate, e la luce, almeno in Toscana, cambia in profilo delle cose. Ma non riesco proprio ad appassionarmi alle vicende politiche interne del centro destra, allo scontro tra berlusconiani e finiani e alle conseguenze che tutto questo avrà per il paese. Ho riflettuto un po’ sulle ragioni di questo disinteresse, e a parte il fatto che è estate, penso che prima di tutto sia dovuto alla sostanziale inconsistenza del “dibattito” in corso. Non ci vedo tutte le implicazioni che la stampa, e purtroppo anche gran parte della sinistra, pretendono di trovarci. A me sembrano giochi di potere, in cui si usano allegramente parole come democrazia, legalità e libertà ma non si toccano i temi essenziali, quelli che dovrebbero essere al centro del confronto politico: cosa fare per cominciare a bonificare la palude di immobilismo in cui siamo sprofondati, come restituire ai giovani un po’ di sogni o quanto meno qualche speranza, come rimediare agli errori e ai disastri del nostro modello di sviluppo, come costruire una società civile, evoluta, aperta, tollerante, come e perché investire nell’educazione, nella ricerca, nelle innovazioni che possono tradursi in cambiamenti. Niente di tutto questo: a destra si sfoderano i coltelli e si regolano vecchi conti, a sinistra si segue e si commenta, immaginando perfino ribaltamenti e nuove alleanze. Con chi? E soprattutto, perché? A che cosa servirebbe un governo che fosse espressione di altre maggioranze se non si ha una visione di come vorremmo che fosse il mondo, o almeno la nostra povera Italia? Ecco perché non riesco ad appassionarmi, non riesco a entrare nel merito di ciò che sta accadendo: perché non cambierà nulla, anzi, si intravedono ulteriori segnali di una deriva inarrestabile: un paese sempre più corporativo, dove la politica non si fonda sull’etica ma sull’interesse di parte, e dove ciascuno è impegnato non a pensare al bene comune, alla res publica, ma a “posizionare” il potere che ha rispetto agli altri poteri, anche se non si capisce a cosa possa servire quel potere, se non ad accontentare di volta in volta questa o quella categoria, questo o quel gruppo, questo o quello tra gli amici fidati e tra quelli di comodo. A pensarci bene, la politica in Italia è sempre stata questo: un circo di equilibristi maldestri, un teatrino da sagra di paese, dove di tanto in tanto qualcuno finge di essere un domatore di leoni perché il pubblico altrimenti si annoia. E se provassimo a reagire?
N.B. Sulla base di questo spunto si è sviluppata un’interessante discussione su Facebook.

'+
1
'+
2 - 3
4 - 5
6 - 7
8 - 9
10 - 11
12 - 13
13 - 14
[x]